Cosa fanno davvero le api operaie?

Cosa fanno davvero le api operaie?

Postato da Apicoltura Casentinese il 16/03/2021
Non solo api regine, fuchi e operaie: la suddivisione dei compiti all’interno dell’alveare è assai più complessa.

E se immaginiamo la regina come la forma più indispensabile dell’ecosistema, ci sbagliamo di grosso: senza le piccole operaie, lavoratrici indaffarate e fedeli fino alla morte, la regina non sopravvivrebbe più di qualche ora.

Ma perché le api operaie sono così importanti? Quanti lavori svolgono? Sanno fare tutto tutte quante?

In effetti no. Salvo eccezioni straordinarie in cui un’ape si presta a un ruolo che normalmente non le competerebbe, dentro e fuori l’alveare le api svolgono mansioni diverse, scandite dallo sviluppo dei vari organi che consentono loro di fare certi tipi di lavoro.


Un’ape operaia infatti, nel corso della sua breve vita (dura circa 42 giorni), svolge lavori diversi a seconda dell’età.

Ecco qui una tabella che lo riassume:
Compiti Tempo trascorso
in giorni dalla nascita
Durata in giorni
ape pulitrice  da 0 a 3 3
ape nutrice da 3 a 10 7
ape ceraiola da 10 a 16 6
ape magazziniera da 16 a 20 4
ape guardiana da 20 a 21 1
ape bottinatrice
di cui il 10% è ape esploratrice
da 21 a 42 21
Totale   42
Fonte: Contessi, A. (2010)

Ma in cosa consistono esattamente questi ruoli?

Ape pulitrice (o spazzina): appena nata l’ape operaia si occuperà della pulizia delle celle che dovranno contenere la covata o il miele, della lavorazione della propoli e dell'allontanamento dal nido delle spoglie di api e altri resti.

Ape nutrice: in questo stadio l’ape può finalmente produrre la pappa reale e perciò inizia a nutrire le altre larve della covata. Inizialmente alimenta quelle con più di tre giorni con miele, nettare, polline, pappa reale e piccole quantità d’acqua. Dopo qualche giorno passa alla nutrizione delle larve più giovani utilizzando esclusivamente la pappa reale. Inoltre, in ogni momento sarà in grado di soddisfare i bisogni della regina.

Ape ceraiola: un altro compito è quello di costruire le celle all’interno del favo per due principali motivi: la conservazione del cibo e l’allevamento della covata. Verso il sedicesimo giorno infatti l’ape comincia a secernere cera dalle ghiandole ceripare (poste sotto l’addome) e diventa una ceraiola adibita alla costruzione. Si dice che le api “imbiancano” quando fanno spazio per costruire nuove stanze all’interno del favo e il suo accrescimento si attua sempre aggiungendo la cera nella parte bassa del favo.

Ape magazziniera: a questo punto l’ape operaia di occuperà di produrre il miele. L’ape magazziniera accoglie infatti la bottinatrice che le porta il nettare e lei lo arricchisce degli enzimi che lo trasformeranno in miele.

Ape guardiana: loro fungono invece da sentinelle, difendono l’alveare dagli attacchi esterni e controllano l’ingresso delle altre api operaie attraverso minuscole porticine.

Ape bottinatrice: arrivati a questo punto, è ovvio che serve qualcuno che il nettare vada a raccoglierlo. Le api che diventano bottinatrici non sono le stesse di prima, bensì sono le api ventilatrici che, con il loro batter d’ali hanno regolato la temperatura nell'alveare e de-idratato il miele volando intorno ai favi. La ventilatrice realizza il sogno quando diventa bottinatrice, cioè l’ape adibita al raccoglimento di polline, nettare, acqua e propoli.
Tra queste vi è una piccola percentuale di esploratrici, cioè api che, grazie al loro olfatto (leggi l’articolo “Le api sentono gli odori?”) riescono a individuare le aree piene di fiori e comunicarlo, attraverso la danza, alle bottinatrici.

È così. Quando si dice che la società delle api è tra le più efficienti del mondo non è certo un eufemismo. Ognuna non solo ha il suo ruolo, ma collabora perfettamente con le altre e, in caso di necessità, è pronta a cambiare mestiere.

Tutto con un unico scopo: garantire l’equilibrio e la vita del proprio alveare.
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