Slow-food, slow-tourism, slow-life. La Slow-sofia, un modo radical-chic di vivere le cose o un ritorno a un ritmo più umano e naturale di vivere?
Slow food, slow tourism e slow life.
La cultura slow non è, e non può essere, una moda passeggera.
Cosa significa veramente andare più piano?
La verità è che non è esattamente la lentezza ciò che predicano i cultori della filosofia slow, ma un ritorno a un ritmo più umano e naturale, ai valori fondamentali e all’ascolto di sé e di chi ci sta intorno.
Ciò che è innegabile infatti è che i ritmi della contemporaneità hanno, nella maggior parte dei casi, superato un punto critico. Molti studi affermano che quasi l’80% delle persone vorrebbe avere una vita meno frenetica. Ma com’è possibile riprendere in mano le redini del proprio tempo, pur rimanendo efficienti al lavoro, dedicandosi comunque alla famiglia e a sé stessi? Questione di attitudine, direbbe qualcuno.
Noi crediamo sia questione di atteggiamento.
Non è un caso che il primo che ha parlato di filosofia slow lo ha fatto nei confronti del cibo. Slow Food, realtà ormai affermata in tutto il mondo, si è schierata contro un modo di vivere “fast” che andava a influenzare per prima cosa la nostra maniera di cucinare, mangiare e apprezzare ciò che abbiamo nel piatto. Tuttavia questo è solo il primo livello sul quale Slow Food ha deciso di lavorare. Al secondo avremmo potuto trovare la cura della terra, al terzo l’attenzione delle persone che vi lavorano e così via.
Il fatto è che sembra proprio che ne abbiano tutti bisogno.
Negli ultimi anni è diventato tutto
slow, a tal punto che sembra quasi più una moda che un vero criterio con cui affrontare le cose. Dallo slow-management allo slow-tourism, dalle città all’architettura, il design e la musica, la parola slow spunta un po’ ovunque si voglia trovare un modo alternativo al paradigma del “Tutto e subito”. E sicuramente vi sarà anche chi cavalca l’onda per vantaggi personali, ma c’è anche un mondo che crede, si batte e si confronta per realizzare progetti concreti e reali. E non è facile, lo sappiamo anche noi.
Vivere e pensare
slow significa adeguare il proprio stile di vita ai ritmi naturali a discapito di una produzione maggiore, essere sensibili alle stagioni rinunciando a certi prodotti, riacquisire consapevolezza delle distanze ammettendo i propri limiti, sviluppare una conoscenza dei prodotti e dell’ambiente.
I movimenti Slow immaginano una soluzione benevola per le nostre società che passi attraverso la difesa della diversità, dell’incontro, dello scambio promuovendo uno sviluppo ponderato. E anche nel nostro piccolo, possiamo impegnarci per essere un po’ più slow con gesti umani e responsabili verso l’altro, inteso come ogni essere vivente e non.
Qui elenchiamo alcune accortezza che, anche se ogni giorno non è facile applicarle, a lungo andare miglioreranno il nostro stile di vita e abbasseranno lo stress.
1. Godersi il qui e ora.Si tratta del famoso detto “carpe diem”, cioè cogli l’attimo. sappiamo bene che è più facile a dirsi che a farsi, ma solo quando riusciremo a tornare sul momento che stiamo vivendo, capiremo quanto valore ha.
2. Tendere alla semplicità intesa come l’arte dell’essenziale. A volte meno è meglio. Ciò non significa prendere sempre la strada più facile, bensì rinunciare alla complessità inutile che governa le nostre esistenze.
3. Riconnettersi alla natura. Una passeggiata nei campi, nel parco, toccare con le proprie mani la frutta appena raccolta, ascoltare il rumore della pioggia o prendere un raggio di sole. Anche nella vita di città, anche per pochi minuti al giorno, connettersi con la natura ci ancora nuovamente al mondo, facendoci prendere coscienza di tutto ciò che ci circonda.
4. Concedersi delle pause per pensare. La nostra mente ha bisogno di momenti di inattività per rielaborare quello che ha immagazzinato durante la giornata, per liberare emozioni, sensazioni e, soprattutto, idee.
5. Sperimentare altre strade. Mangiare, guidare, conoscere, lavorare e arricchirsi in maniera diversa significa far propria la capacità di spostare lo sguardo, di concedersi la libertà di cambiare e quindi di crescere.
Perché probabilmente, tra tutte le correnti slow che sono nate, quella più importante di tutti è proprio quella che ci riguarda nel quotidiano: la slow-life. E forse, è addirittura sbagliato chiamarla
slow.
Si tratta piuttosto di equilibrio tra velocità e lentezza, tra pausa e concentrazione. Momenti in cui escludiamo tutte le altre variabili e poniamo la nostra attenzione su un elemento alla volta. Momenti in cui ci scolleghiamo da tutto e, anche se solo per cinque minuti, ci concentriamo solo sul nostro respiro.
Avere momenti slow all’interno della nostra giornata non ci farà perdere il ritmo e arrivare in ritardo. Al contrario, ci renderà più efficienti, permettendoci di vivere pienamente il tempo con le persone che amiamo e con noi stessi.